Cina, acceso nel deserto il primo reattore nucleare al torio: svolta epocale nell’energia pulita

Nel silenzio del deserto del Gobi, la Cina ha acceso un faro sul futuro dell’energia pulita. Tra le distese sabbiose nei pressi della città di Wuwei, nella remota provincia di Gansu, è stato attivato il primo reattore nucleare al mondo alimentato con torio e sali fusi. Si chiama TMSR-LF1 (Thorium Molten Salt Reactor – Liquid Fuel 1) e promette di rivoluzionare il settore dell’energia atomica, offrendo una soluzione più sicura, sostenibile e climaticamente neutra rispetto ai reattori tradizionali a uranio. Questo reattore nucleare al torio segna un progresso significativo nel campo dell’energia pulita.

Questo impianto sperimentale non è solo una vetrina tecnologica, ma anche un simbolo delle ambizioni verdi della Cina, che continua a investire in energia innovativa per ridurre la propria impronta ambientale e affermarsi come leader globale nella transizione energetica. L’adozione del reattore nucleare al torio rappresenta un passo importante in questa direzione.

Come funziona il reattore al torio? Un’innovazione che rompe con il passato

Il cuore tecnologico del TMSR-LF1 batte in modo molto diverso rispetto ai reattori nucleari convenzionali. Invece di barre solide di combustibile, utilizza una miscela liquida chiamata FLiBe (fluoruro di litio e fluoruro di berillio), all’interno della quale vengono disciolti torio e uranio HALEU (a basso arricchimento ma con alta concentrazione). Questa tecnologia innovativa è alla base del reattore nucleare al torio.

L’intero sistema opera a pressione atmosferica, eliminando la necessità di contenitori pressurizzati altamente costosi e potenzialmente pericolosi. Questa caratteristica rappresenta un salto avanti in termini di sicurezza, dato che riduce il rischio di esplosioni o fughe radioattive.

Inoltre, il reattore impiega grafite nucleare come moderatore, che rallenta i neutroni e permette una reazione a catena più stabile e controllata. Il tutto è stato progettato per lavorare in modo continuo: nell’ottobre 2024, il TMSR-LF1 è stato rifornito di combustibile senza essere mai spento, una procedura avanzatissima che testimonia l’elevato grado di maturità tecnica del progetto.

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Una strategia a lungo termine: decenni di ricerca e obiettivi futuri

La nascita del TMSR-LF1 non è frutto di un’iniziativa improvvisata, ma il risultato di un piano strategico avviato dalla Cina fin dagli anni ’70. A partire dal 2011, la Chinese Academy of Sciences ha rilanciato seriamente il progetto, affidandolo al fisico nucleare Xu Hongjie, che ha ripreso vecchi studi statunitensi degli anni ’60, aggiornandoli con tecnologie moderne e forti investimenti pubblici. Questo piano include ora la realizzazione del reattore nucleare al torio.

I prossimi passi sono già delineati: entro il 2029 è previsto un reattore di seconda generazione da 60 megawatt termici, in grado di produrre elettricità e idrogeno. E dal 2030, la Cina prevede la commercializzazione di reattori modulari compatti (SMR) da 100 MW, ideali per alimentare aree remote o Paesi partner della strategia internazionale Belt and Road.

Quali sono i vantaggi ambientali dei reattori al torio?

Il torio offre numerosi benefici rispetto all’uranio, sia in termini ambientali che di sicurezza. Innanzitutto, è più abbondante nella crosta terrestre, quindi potenzialmente più economico e accessibile per lunghi periodi. Inoltre, i reattori al torio producono meno scorie radioattive a lunga durata, un vantaggio enorme in termini di gestione dei rifiuti nucleari. La Cina sta dimostrando i benefici ambientali attraverso il suo reattore nucleare al torio.

Il design a sali fusi rende questi impianti inherentemente sicuri, poiché evitano il rischio di fusione del nocciolo (come avvenuto nei disastri di Chernobyl e Fukushima). E dal punto di vista geopolitico, i sottoprodotti di questi reattori non sono adatti alla costruzione di armi nucleari, riducendo i rischi di proliferazione.

Il segnale della Cina: il nucleare del futuro può essere sostenibile

Con il lancio del TMSR-LF1, la Cina lancia al mondo un messaggio chiaro: il nucleare non deve essere per forza sinonimo di pericolo. Grazie all’impiego del torio e alla tecnologia a sali fusi, è possibile pensare a centrali più sicure, più pulite e meglio integrate nella strategia ambientale globale. Il reattore nucleare al torio rappresenta una nuova era nell’energia nucleare sostenibile.

L’energia nucleare del futuro potrebbe non essere più quella delle grandi centrali grigie circondate da ciminiere e barriere protettive, ma quella di impianti modulari, sostenibili e pensati per convivere con l’ambiente. Un’energia di frontiera, che nel deserto del Gobi ha appena acceso il suo primo fuoco.

Una sfida globale per il clima e la sostenibilità

Il TMSR-LF1 non è solo una curiosità tecnologica, ma un potenziale modello replicabile. In un momento in cui la crisi climatica impone azioni urgenti e l’elettrificazione globale richiede nuove fonti stabili e a basse emissioni, questa tecnologia potrebbe offrire una terza via tra il carbone inquinante e il nucleare tradizionale. Il reattore nucleare al torio potrebbe quindi essere una soluzione ideale per un futuro sostenibile.

Le prossime sfide saranno legate alla scalabilità, al contenimento dei costi e all’accettazione sociale, ma la strada è tracciata. Il futuro dell’energia – più verde, più sicuro e meno dipendente dai combustibili fossili – potrebbe davvero nascere dalla sabbia del Gobi.

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