Per secoli il pesce fresco ha avuto un ruolo centrale sulla tavola degli italiani, simbolo di qualità, tradizione e sapori autentici. Oggi, però, qualcosa sta cambiando. Pur rimanendo una scelta apprezzata da milioni di consumatori, il pesce fresco viene sempre più affiancato – e talvolta superato – da alternative come il pesce surgelato, conservato o trasformato.
Secondo i più recenti dati Eurobarometro del 2024, si sta assistendo a una vera trasformazione delle abitudini alimentari in tutta Europa, e l’Italia non fa eccezione. La crescente attenzione al prezzo, la necessità di praticità quotidiana e l’aumento dell’offerta di prodotti già pronti hanno avviato una nuova fase nel consumo ittico.
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Perché gli italiani stanno cambiando modo di mangiare pesce?
La risposta è duplice: da una parte c’è la ricerca di comodità, dall’altra l’esigenza economica. Il pesce fresco, pur restando simbolo di qualità, richiede tempo per essere pulito e cucinato, e spesso ha un costo elevato. Il risultato? Gli italiani iniziano a orientarsi verso prodotti più semplici da gestire, come bastoncini, filetti impanati, tonno in scatola, zuppe pronte e pesce surgelato.
Questo cambiamento non rappresenta un abbandono totale del fresco, ma piuttosto una riorganizzazione del consumo: il fresco viene riservato a momenti speciali o festività, mentre il trasformato domina il menù settimanale.
Cosa dicono i numeri del 2024?
Il 28% degli italiani dichiara di consumare pesce fresco almeno una volta alla settimana. Una cifra che resta tra le più alte in Europa, ma che risulta in discesa rispetto agli anni precedenti. In confronto, il 41% degli italiani consuma regolarmente pesce conservato, e oltre il 35% preferisce quello surgelato.
L’Italia, insomma, continua ad amare il pesce, ma sceglie forme più pratiche, meno costose e più adatte a una vita moderna, spesso scandita da ritmi frenetici.
Il tonno in scatola è il nuovo re della tavola?

Tra le opzioni di pesce trasformato, il tonno in scatola si conferma il campione assoluto. Ricco di proteine, facilmente reperibile, già pronto e con una lunga conservazione, è diventato un alleato quotidiano per milioni di famiglie italiane. Seguono a ruota sgombro, salmone affumicato e bastoncini impanati.
Le aziende del settore rispondono con nuove linee di prodotti, sempre più orientate a gusto, salute e sostenibilità: tonno al naturale, senza conservanti, in vasetti di vetro riciclato e con certificazioni ambientali.
Il pesce surgelato: pratico, sicuro e sempre più scelto
Il pesce surgelato non è più visto come un ripiego, ma come una vera alternativa al fresco. Grazie alle moderne tecniche di surgelazione, il prodotto conserva gusto, nutrienti e consistenza, con il vantaggio di una lunga durata e zero sprechi.
In particolare, si affermano le porzioni monodose, i filetti già puliti e le zuppe pronte: soluzioni ideali per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare a un’alimentazione sana. La crescita delle vendite di surgelati ittici, secondo Nielsen, è in costante aumento in Italia da tre anni consecutivi.
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Il prezzo resta il primo criterio di scelta
Sebbene qualità e tracciabilità siano importanti, il prezzo rimane oggi il fattore decisivo per la maggior parte degli italiani. Con l’inflazione che ha colpito duro soprattutto il settore alimentare, molte famiglie devono fare i conti con budget ridotti. Il pesce fresco, soprattutto alcune specie pregiate, ha subito aumenti considerevoli.
Di conseguenza, i consumatori scelgono prodotti trasformati o surgelati che consentono di risparmiare, ma senza rinunciare al valore nutritivo. Il pesce continua a essere percepito come un alimento salutare, ma deve essere accessibile.
La tracciabilità è fondamentale per il consumatore italiano
Anche se la praticità è fondamentale, il consumatore italiano vuole sapere cosa mangia. Oltre il 50% degli intervistati controlla etichette, luogo di provenienza, metodo di produzione (pescato o allevato) e data di scadenza prima di acquistare pesce.
Le certificazioni ambientali (come MSC o ASC) acquistano sempre più peso, specialmente tra i giovani e i consumatori attenti alla sostenibilità. L’informazione è oggi uno strumento chiave: chi si fida di ciò che compra è più propenso a consumarlo con regolarità.
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Pesce pescato o allevato? Il consumatore si divide
Una delle domande più frequenti tra chi acquista pesce riguarda la differenza tra pescato in mare e allevato. Se una parte degli italiani continua a preferire il pescato, ritenendolo più “naturale”, una fetta crescente della popolazione – oggi circa il 33% – afferma di non avere particolari preferenze.
L’acquacoltura, se ben regolata, rappresenta una risorsa strategica per rispondere alla domanda globale. Anche in Italia, molte specie come orate, spigole, trote e cozze provengono da allevamenti locali certificati, con standard elevati di qualità e sicurezza.
La grande occasione dell’acquacoltura sostenibile
L’ONU e la FAO hanno ribadito l’importanza dell’acquacoltura per sfamare una popolazione mondiale in crescita. Tuttavia, il settore deve fare i conti con problemi ambientali: sovraffollamento, impatti sugli ecosistemi e uso di antibiotici.
In Italia sono già in atto diverse sperimentazioni per rendere gli allevamenti più ecocompatibili: uso di mangimi naturali, impianti offshore, riciclo delle acque e tracciabilità digitale. Le innovazioni tecnologiche potranno fare la differenza per rendere il pesce allevato la vera alternativa sostenibile del futuro.
Come stanno reagendo le aziende alimentari italiane?
Le imprese del settore ittico stanno cambiando approccio, seguendo le nuove tendenze di consumo. I prodotti trasformati sono sempre più gourmet: filetti di salmone con spezie, insalate pronte a base di pesce, sughi di mare e carpacci surgelati per aperitivi moderni.
Anche il packaging si adegua: meno plastica, più trasparenza sulle etichette e formati familiari. Il marketing punta su parole chiave come “proteico”, “leggero”, “a basso contenuto di grassi” e “ricco di Omega 3“.
Il futuro del pesce in Italia: tra nostalgia e innovazione
Il pesce fresco non scompare, ma cambia ruolo. Non è più il protagonista quotidiano, ma una scelta di qualità da concedersi ogni tanto. Il futuro prossimo sarà dominato da prodotti trasformati, versatili, sostenibili e facilmente integrabili nella dieta moderna.
L’Italia resta affezionata alla tradizione, ma si apre con curiosità alle novità: un equilibrio tra memoria e innovazione che potrebbe rivelarsi vincente anche sul piano della salute e dell’ambiente.