Obesità, l’Italia apre la strada al riconoscimento come malattia cronica

L’obesità non è più solo una condizione fisica legata allo stile di vita: è a tutti gli effetti una patologia con conseguenze gravi, sia per l’individuo che per la società. In questi giorni, il Parlamento italiano sta discutendo una proposta di legge che potrebbe rivoluzionare l’approccio sanitario al problema.

Se approvata, l’Italia diventerebbe il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente l’obesità come una malattia cronica, aprendo così la strada a una serie di interventi strutturati e finanziati dallo Stato per la prevenzione, la diagnosi e la cura.

Si tratta di un cambiamento epocale che porterebbe al riconoscimento dell’obesità non più come una colpa individuale, ma come una vera e propria patologia complessa, da affrontare con competenze mediche, supporto psicologico e piani terapeutici multidisciplinari.

Il disegno di legge: obiettivi, fondi e strategie

La proposta di legge, presentata ufficialmente il 28 dicembre 2022 con il numero A.C.741_A, intitolata “Disposizioni per il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente”, è attualmente in discussione alla Camera dei Deputati. Il suo obiettivo è chiaro: far sì che le persone affette da obesità possano accedere ai livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero alle prestazioni sanitarie garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Il provvedimento prevede anche l’istituzione di un programma nazionale permanente dedicato alla prevenzione, diagnosi precoce, presa in carico e trattamento dell’obesità, con uno stanziamento progressivo di fondi: 700.000 euro per il 2025, 800.000 euro per il 2026 e un milione e duecentomila euro a partire dal 2027.

Cos’è realmente l’obesità? Oltre l’aspetto estetico, una malattia sistemica

Secondo quanto affermato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’obesità viene definita come un eccessivo accumulo di grasso corporeo in proporzione alla massa magra. Questo accumulo non riguarda soltanto l’aspetto fisico, ma si distribuisce in modo dannoso in punti strategici del corpo, andando a compromettere il corretto funzionamento di diversi organi.

Il parametro più utilizzato per classificare lo stato ponderale di un individuo è l’indice di massa corporea (IMC o BMI), calcolato dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri. Secondo le soglie comunemente adottate:

  • Sottopeso: BMI inferiore a 18,5
  • Normopeso: BMI tra 18,5 e 24,9
  • Sovrappeso: BMI tra 25 e 29,9
  • Obesità: BMI superiore a 30

Quando il BMI supera la soglia dei 30, si entra nella condizione patologica di obesità, che comporta un aumento del rischio per numerose malattie croniche non trasmissibili.

Le conseguenze sanitarie dell’obesità: più di un fattore di rischio

L’obesità non è solo un problema estetico o un disagio personale: si tratta di una condizione che aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare gravi patologie, tra cui:

  • Diabete mellito di tipo 2
  • Malattie cardiovascolari
  • Ipertensione arteriosa
  • Tumori (come quello al seno, al colon, al fegato)
  • Disturbi respiratori cronici
  • Problemi articolari
  • Depressione e isolamento sociale

Questi rischi rendono l’obesità una vera e propria emergenza sanitaria, con impatti rilevanti anche sulla spesa pubblica e sul sistema sanitario nazionale.

Un’epidemia silenziosa: i dati sull’obesità in Europa e nel mondo

Il fenomeno dell’obesità ha assunto proporzioni allarmanti. Secondo il Rapporto OMS Europa 2022, ben il 59% degli adulti europei risulta in sovrappeso o obeso. Anche tra i più piccoli la situazione è grave: circa un terzo dei bambini europei (il 29% dei maschi e il 27% delle femmine) soffre di sovrappeso o obesità.

L’ISS sottolinea come obesità e sovrappeso siano tra le principali cause di morte e disabilità nella Regione europea, con una stima di oltre 1,2 milioni di decessi l’anno, pari a oltre il 13% della mortalità complessiva.

Su scala globale, i numeri sono ancora più inquietanti: nel 2022 oltre un miliardo di persone nel mondo conviveva con l’obesità. Dal 1990, i casi tra gli adulti sono più che raddoppiati, mentre tra i bambini e adolescenti (dai 5 ai 19 anni) sono quadruplicati.

Cosa prevede la legge italiana: i sei articoli che potrebbero fare la differenza

Il testo in discussione è articolato in sei punti fondamentali, che mirano a costruire una risposta sistemica e coordinata al fenomeno dell’obesità. Tra le misure più rilevanti:

  • Riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante;
  • Finanziamento di un programma nazionale di prevenzione e cura con fondi statali crescenti;
  • Inclusione delle persone obese nelle attività scolastiche, lavorative e sportive, con il superamento delle barriere fisiche e sociali;
  • Formazione e aggiornamento professionale per medici, infermieri e operatori sanitari sulle dinamiche dell’obesità;
  • Istituzione di un Osservatorio nazionale sull’obesità presso il Ministero della Salute, con compiti di studio, monitoraggio e coordinamento.

Una legge attesa da anni: il riconoscimento che può cambiare vite

Per molte persone che convivono con l’obesità, questa legge rappresenta una speranza concreta. Troppo spesso, chi soffre di questa condizione si scontra con pregiudizi, stigmatizzazioni e discriminazioni, che aggravano ulteriormente lo stato di salute fisica e mentale. Riconoscere l’obesità come patologia cronica significa restituire dignità e diritti, garantendo percorsi di cura accessibili e personalizzati.

Si attende con grande interesse l’esito delle votazioni parlamentari nei prossimi giorni, che potrebbero segnare una svolta decisiva nella sanità italiana.

Un’occasione per cambiare il paradigma della cura

L’approvazione di questa legge non sarebbe solo un atto simbolico, ma un passo concreto verso una sanità più equa, inclusiva ed efficiente. In un’epoca in cui le malattie croniche assorbono una parte crescente delle risorse sanitarie, affrontare l’obesità in modo scientifico e strutturato è una necessità, non un’opzione.

L’Italia potrebbe diventare un modello internazionale nella lotta all’obesità, dimostrando che la prevenzione e la cura iniziano dal riconoscimento del problema. Un passo avanti per tutti, e soprattutto per chi ogni giorno convive con una malattia ancora troppo spesso sottovalutata.

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