Il consumo eccessivo di fast food danneggia il fegato: provoca più cirrosi dell’alcol

Negli ultimi anni, il consumo di fast food è diventato un’abitudine sempre più diffusa, ma uno studio condotto dalla Keck Medicine dell’Università della Southern California ha messo in luce i gravi rischi per la salute del fegato. In particolare, il frequente consumo di questi alimenti può favorire l’insorgenza della steatosi epatica non alcolica (NAFLD), una condizione caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, aumentando il rischio di sviluppare cirrosi, insufficienza epatica e persino tumori.

I dati della ricerca e l’impatto del fast food sulla salute

La ricerca, pubblicata sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology, ha analizzato le abitudini alimentari di circa 4.000 adulti, prendendo in esame i dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey 2017-2018. I risultati hanno evidenziato che chi consuma almeno il 20% delle proprie calorie giornaliere da fast food ha livelli di grasso epatico significativamente più elevati rispetto a chi ne assume quantità inferiori. Questo effetto negativo risulta particolarmente pronunciato nelle persone affette da obesità o diabete, due condizioni che rendono il fegato più vulnerabile.

La pericolosità di un consumo abituale di fast food

Secondo Ani Kardashian, epatologa e autrice principale dello studio, un fegato sano dovrebbe contenere meno del 5% di grasso. Anche un leggero incremento di questa percentuale può portare a danni epatici progressivi, con conseguenze gravi per la salute. Lo studio ha rivelato che il 52% degli intervistati consuma regolarmente fast food e il 29% assume almeno un quinto del proprio fabbisogno calorico da questi cibi. In questo ultimo gruppo è stato riscontrato un aumento significativo del grasso epatico, indipendentemente da altri fattori come età, sesso, consumo di alcol e attività fisica.

L’allarme degli esperti e l’importanza di una corretta alimentazione

Negli ultimi 50 anni, il consumo di cibo spazzatura è cresciuto notevolmente a prescindere dallo status economico, con un’ulteriore impennata durante la pandemia di COVID-19. Questo aumento potrebbe aver aggravato ulteriormente la diffusione della steatosi epatica non alcolica, rendendo necessario un intervento urgente in termini di educazione alimentare.

L’unico modo per prevenire e contrastare questa patologia è adottare un’alimentazione equilibrata, limitando il consumo di fast food e privilegiando cibi sani e nutrienti. Gli esperti sperano che questi risultati possano sensibilizzare sia la popolazione che i professionisti della salute, incoraggiando stili di vita più salutari e consapevoli.

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