Il cervello ringrazia il digitale: meno rischio di demenza per chi ha usato Internet, email e smartphone

Usare le tecnologie digitali ha rafforzato la mente? Sì, secondo un maxi studio internazionale

Siamo abituati a pensare che passare troppo tempo davanti agli schermi sia dannoso per il nostro cervello. Eppure, una nuova e approfondita analisi scientifica ribalta questa convinzione: chi ha utilizzato in modo regolare strumenti digitali come Internet, email e smartphone negli ultimi vent’anni, avrebbe inconsapevolmente protetto e potenziato le proprie capacità cognitive.

Il dato sorprendente è che il rischio di sviluppare un declino cognitivo o una forma di demenza si riduce fino al 58% tra le persone che hanno avuto un’esposizione frequente e attiva alle tecnologie digitali sin dalla loro diffusione. Un risultato che ha spinto gli esperti a riconsiderare il ruolo del mondo online nella prevenzione del deterioramento mentale, specialmente con l’avanzare dell’età.

Qual è la fascia di età interessata da questo effetto positivo?

La ricerca si è focalizzata in particolare su adulti oggi in età matura o anziana, ovvero quella generazione che ha vissuto la transizione dall’epoca analogica all’era digitale. Parliamo di individui che negli anni 2000 hanno iniziato a usare con una certa regolarità computer, smartphone, social media e servizi online per lavorare, comunicare e informarsi. Senza saperlo, hanno messo in moto un processo di allenamento mentale continuo, che ha coinvolto aree cerebrali legate alla memoria, alla logica, alla pianificazione e all’orientamento visivo-spaziale.

Perché usare la tecnologia fa bene al cervello?

Secondo gli esperti, utilizzare dispositivi digitali stimola costantemente il cervello attraverso attività complesse e stimolanti. Dall’invio di una semplice email alla navigazione sul web, ogni azione coinvolge processi cognitivi fondamentali: analisi delle informazioni, capacità di orientarsi in ambienti virtuali, problem solving, comprensione del linguaggio digitale e gestione di compiti multipli. Si tratta, in sostanza, di un vero e proprio “allenamento cognitivo”, simile a quello offerto dai tradizionali giochi per la mente o da attività logico-matematiche.

I numeri della ricerca: uno studio su scala globale

A dare forza a questa tesi è una colossale meta-analisi condotta da un team di ricercatori delle università del Texas e della Baylor University. Lo studio ha analizzato ben 136 ricerche precedenti, che coinvolgevano complessivamente oltre 411.000 persone. L’obiettivo era quello di capire se, e in che modo, l’uso delle tecnologie digitali nel corso della vita potesse influenzare la salute cerebrale a lungo termine.

I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Human Behavior, parlano chiaro: nessuno degli studi esaminati ha mostrato un’associazione tra l’uso delle tecnologie e un peggioramento delle funzioni mentali. Anzi, i dati sono stati coerenti nel dimostrare un effetto protettivo.

Nessun effetto negativo registrato: un risultato raro in campo scientifico

Uno degli autori principali dello studio, il professor Michael Scullin, esperto di psicologia e neuroscienze, ha sottolineato come la consistenza dei dati ottenuti sia sorprendente. Anche dopo aver tenuto conto di fattori come il livello di istruzione, lo stato socio-economico e la salute generale delle persone analizzate, la correlazione tra uso delle tecnologie digitali e ridotto rischio di demenza è rimasta stabile.

“Una tale coerenza nei risultati è piuttosto rara in ambito scientifico”, ha spiegato Scullin, evidenziando che non sono emerse prove di effetti negativi legati all’uso della tecnologia. Al contrario, i dati suggeriscono che la familiarità con il mondo digitale può contribuire a mantenere la mente attiva e reattiva più a lungo nel tempo.

Cosa possiamo imparare da questi risultati?

Questi risultati aprono scenari molto interessanti anche dal punto di vista della prevenzione e del benessere mentale. Stimolare il cervello con nuove sfide è una strategia vincente, e le tecnologie digitali, se usate con consapevolezza, possono diventare alleate preziose in questo processo.

Non si tratta di passare ore davanti allo schermo senza uno scopo, ma di interagire attivamente con gli strumenti digitali, ad esempio leggendo articoli, cercando informazioni, imparando a usare nuove applicazioni, o comunicando in modo efficace attraverso messaggi e videochiamate.

Un messaggio positivo per la salute mentale del futuro

In un’epoca in cui si discute spesso dei potenziali danni della tecnologia, questa scoperta rappresenta una ventata di ottimismo. Naturalmente, come in ogni cosa, il segreto sta nell’equilibrio: usare la tecnologia con intelligenza, evitando eccessi e promuovendo uno stile di vita attivo, può realmente fare la differenza nella prevenzione delle malattie neurodegenerative.

La generazione digitale, spesso vista con sospetto per il suo rapporto con gli schermi, potrebbe invece avere ottenuto un beneficio insperato per la propria salute mentale. Mantenere il cervello in esercizio, anche grazie a Internet e ai dispositivi digitali, si rivela una risorsa concreta nella lotta contro il declino cognitivo.

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