Con l’arrivo della bella stagione, parchi e giardini tornano a riempirsi di colori, profumi e… insetti. Tra questi, uno dei più temuti è il calabrone asiatico (nome scientifico Vespa velutina), una specie invasiva originaria del Sud-Est asiatico, ormai largamente diffusa anche in Europa.
La sua comparsa in Italia è sempre più frequente, soprattutto in zone ricche di vegetazione e orti urbani, dove può trovare facilmente tutto ciò di cui ha bisogno: zuccheri, proteine e luoghi sicuri dove nidificare.
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Ma la presenza di questi calabroni non è affatto casuale. Dietro ogni avvistamento, infatti, si nasconde quasi sempre un insieme di fattori ambientali e comportamentali legati all’uomo e alla natura circostante. Conoscerli è fondamentale per prevenire la loro proliferazione e limitare il rischio che rappresentano, soprattutto per la biodiversità e in particolare per le api.
Quali elementi attirano maggiormente i calabroni asiatici nei giardini?
Uno dei principali “inviti” che li attirano nei giardini domestici sono i frutti maturi. Gli alberi da frutto come meli, peri, ciliegi, albicocchi o prugni, quando producono frutti che iniziano a marcire o fermentare, diventano veri e propri richiami olfattivi per questi insetti. Il profumo dolce e penetrante della frutta in decomposizione rappresenta per loro una fonte preziosa di zuccheri, indispensabile per l’energia.
Non solo: anche molti comportamenti umani contribuiscono involontariamente a rendere più accogliente il nostro spazio verde. L’uso di profumi dalle note dolci — come vaniglia, cocco, caramello o fiori — può trasformare una semplice passeggiata in un’esperienza a rischio. I calabroni asiatici sono altamente sensibili agli odori zuccherini e floreali, tanto che anche i deodoranti per ambienti, le creme profumate o i detergenti possono fare da calamita.
Anche la linfa di alcuni alberi ornamentali come salici, querce o tigli svolge lo stesso ruolo, diventando un’ulteriore attrattiva. L’ambiente perfetto per questi insetti è dunque quello ricco di fragranze, colori e risorse naturali: bello per noi, ma anche ideale per loro.
Perché rappresentano un rischio per la biodiversità e per le api?
Il problema principale legato alla presenza dei calabroni asiatici non è solo legato ai fastidi che possono provocare agli esseri umani, ma soprattutto all’impatto ambientale che esercitano. Questa specie predatrice è particolarmente aggressiva nei confronti delle api domestiche, che rappresentano una delle principali fonti proteiche per le loro larve.
Ogni colonia di Vespa velutina può distruggere migliaia di api nel corso della stagione calda, contribuendo al declino già preoccupante di questi fondamentali impollinatori. In Francia, dove l’invasione è iniziata già nel 2004 e la specie è stata ufficialmente classificata come invasiva nel 2012, gli apicoltori denunciano ogni anno gravi perdite economiche e ambientali.
Anche in Italia, le segnalazioni si moltiplicano, soprattutto in regioni del nord come Liguria, Piemonte ed Emilia-Romagna. È quindi importante agire presto per evitare che il fenomeno si diffonda ulteriormente.
Ci sono piante ornamentali che favoriscono la loro presenza?
Sì, alcuni fiori che coltiviamo comunemente nei nostri giardini o sui balconi sono irresistibili per i calabroni asiatici. In particolare, piante ricche di nettare come girasoli, calendule, fiordalisi, dalie e lavanda rilasciano profumi intensi e dolci che fungono da fonte energetica perfetta.
Anche i rampicanti fitti e poco potati, come edera, glicine e caprifoglio, creano ambienti ideali per la nidificazione. Soprattutto nella fase successiva alla fondazione del primo nido (solitamente in zone nascoste come sottotetti, intercapedini o capanni), le regine cercano aree più spaziose e ben protette dove costruire i nidi secondari, che possono raggiungere dimensioni notevoli.
Gli alberi alti e frondosi, come pioppi e querce, sono spesso scelti come sede definitiva. Il loro fogliame fitto offre ombra, discrezione e sicurezza per lo sviluppo della colonia.
Come possiamo proteggere i nostri giardini in modo naturale ed ecologico?
La prevenzione è il primo passo. Eliminare regolarmente i frutti caduti o in decomposizione, evitare di lasciare scoperti i cestini dell’organico e limitare l’uso di profumi dolci nelle aree verdi può fare una grande differenza. Anche tenere sotto controllo le piante rampicanti, potandole periodicamente, riduce notevolmente il rischio che vengano usate come sito di nidificazione.
Per chi desidera adottare un metodo pratico ma rispettoso della biodiversità, esiste una soluzione fai-da-te consigliata anche da apicoltori: la trappola artigianale con bottiglia di plastica. Questo sistema è efficace contro i calabroni, ma selettivo, perché consente agli altri insetti (come le api) di salvarsi.
Come funziona la trappola artigianale per calabroni asiatici?
Il procedimento è semplice. Si prende una comune bottiglia di plastica, si taglia la parte superiore e la si capovolge all’interno della base, a formare una sorta di imbuto. All’interno si versa una miscela formata da:
- un terzo di birra (attira i calabroni),
- un terzo di vino bianco (sgradevole per le api),
- un terzo di sciroppo rosso zuccherino (potenzia l’effetto attrattivo).
È importante praticare alcuni fori da 5 a 7 millimetri lungo la parte alta della bottiglia: questi piccoli varchi consentono agli insetti più piccoli, come api o coccinelle, di uscire senza rimanere intrappolati.
Le trappole andrebbero posizionate in punti strategici: vicino agli alberi da frutto, ai cassonetti dell’umido, agli orti e alle aree relax. L’obiettivo non è sterminare, ma monitorare e contenere, rispettando l’equilibrio naturale del nostro spazio verde.
Cosa fare se troviamo un nido di calabroni asiatici vicino a casa?
Nel caso si avvistasse un nido sospetto — spesso simile a una grande sfera cartacea sospesa a rami alti o sottotetti — è fondamentale non intervenire da soli. I calabroni asiatici possono diventare molto aggressivi se sentono minacciato il loro nido e le loro punture, pur non essendo letali per la maggior parte delle persone, possono provocare reazioni dolorose e, in rari casi, anafilassi.
La cosa migliore da fare è contattare i vigili del fuoco, le autorità locali o gli enti che si occupano del controllo delle specie invasive. In alcune regioni italiane sono attivi progetti di monitoraggio con squadre specializzate che intervengono in modo professionale e sicuro.
È vero che i cambiamenti climatici favoriscono la diffusione dei calabroni asiatici?
Sì, purtroppo il riscaldamento globale ha un ruolo importante nella diffusione di questa specie. Gli inverni sempre più miti permettono alle regine di sopravvivere con maggiore facilità e di fondare nuove colonie in primavera. Inoltre, la scarsità di predatori naturali nei nostri ecosistemi rende più difficile contrastarne la crescita in modo spontaneo.
Questa combinazione di fattori climatici e ambientali aumenta il rischio di colonizzazione, specialmente nelle zone urbane e semi-rurali dove la presenza di cibo e rifugi è abbondante.
La chiave sta nella prevenzione e nella conoscenza. Imparare a riconoscere i segnali della loro presenza, evitare di creare ambienti attrattivi e adottare metodi di controllo selettivi sono tutti comportamenti fondamentali. Proteggere la biodiversità significa anche difendere i nostri impollinatori, senza ricorrere a soluzioni invasive o dannose.
Agire in modo consapevole e responsabile è oggi più che mai una necessità, soprattutto di fronte a specie invasive che mettono a repentaglio l’equilibrio del nostro ecosistema.