Il legame tra l’inquinamento atmosferico e l’aumento del rischio di asma nei bambini è noto da tempo. Tuttavia, oggi la scienza compie un passo in più. Un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi ha approfondito in modo specifico l’effetto dell’ozono (O₃) sulla salute respiratoria nei più piccoli. Questo gas, spesso sottovalutato nei dibattiti sull’inquinamento, potrebbe avere un ruolo chiave nello sviluppo dell’asma. Tale malattia è in costante crescita nella popolazione infantile.
Quanti bambini soffrono di asma in Italia?
L’asma è attualmente la patologia cronica più diffusa tra i bambini. Secondo i dati più recenti, in Italia ne soffrono circa 260.000 bambini, e il numero è in continuo aumento. Nel 2024 si sono registrate circa 50.000 nuove diagnosi. Le stime per il 2025 sono ancora più preoccupanti. La malattia può comparire già nei primi anni di vita e, anche se le sue cause variano da caso a caso, è ormai certo che i fattori ambientali — come l’inquinamento — possono giocare un ruolo decisivo.
Cosa dice il nuovo studio americano sull’ozono?
Lo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network, ha esaminato un campione di 1.188 bambini residenti in cinque stati americani: Washington, Minnesota, New York, California e Tennessee. Più dell’80% dei bambini coinvolti nello studio non aveva una madre con asma o una familiarità nota con la malattia. L’elemento analizzato è stato l’effetto dell’esposizione all’ozono durante i primi due anni di vita. Tale periodo è ritenuto particolarmente delicato per lo sviluppo del sistema respiratorio e immunitario.
Quali sono stati i risultati principali?
I ricercatori hanno scoperto che i bambini esposti nei primi due anni di vita a livelli medi di ozono (26,1 ppb) avevano un rischio maggiore di sviluppare asma o sintomi come il respiro sibilante tra i 4 e i 6 anni. È importante sottolineare che il livello di ozono considerato non supera la soglia di sicurezza fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (51 ppb per una media su 8 ore). Tuttavia, anche a questi livelli ritenuti “accettabili”, l’esposizione precoce sembra aumentare significativamente il rischio. Curiosamente, l’associazione non è stata osservata nei bambini tra gli 8 e i 9 anni. Il che suggerisce un impatto più rilevante nelle fasi iniziali della crescita.
Perché l’ozono è così pericoloso a livello del suolo?
L’ozono è un gas dalle due facce. Nella stratosfera protegge la Terra dai raggi UV. Tuttavia, a livello del suolo — nella cosiddetta troposfera — agisce come un inquinante. Quando presente in concentrazioni elevate, può diventare tossico, in particolare per i polmoni dei bambini. A differenza di altri inquinanti, l’ozono non viene emesso direttamente ma si forma attraverso reazioni chimiche tra ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (COV), quando sono esposti alla luce solare. Ecco perché i livelli di ozono aumentano in estate e nelle giornate più calde.
I bambini sono più esposti ai danni dell’ozono?
Sì, i bambini risultano particolarmente vulnerabili. Il loro sistema respiratorio è ancora in fase di maturazione e il ritmo respiratorio è più veloce rispetto agli adulti. Questo comporta una maggiore quantità di aria (e quindi di ozono) inalata. Inoltre, trascorrono molto tempo all’aperto, proprio nei momenti in cui i livelli di ozono raggiungono i picchi più alti. Questa esposizione può provocare infiammazione cronica, alterazioni nel sistema immunitario e aumentare il rischio di sviluppare disturbi respiratori come l’asma.
Ti potrebbe interessara anche: Il consumo regolare di frutta può ridurre i sintomi associati ad ansia e depressione
Ci sono già prove precedenti sugli effetti dell’ozono?
Sì, studi su modelli animali avevano già ipotizzato che l’ozono potesse interferire negativamente con lo sviluppo del sistema respiratorio durante l’infanzia. La nuova ricerca non fa che confermare questa ipotesi anche negli esseri umani. L’esposizione nei primissimi anni sembra coincidere con un periodo critico, in cui i polmoni sono ancora in fase di sviluppo e quindi particolarmente sensibili a stimoli ambientali nocivi.
Come possiamo ridurre il rischio di esposizione per i bambini?
Anche se la riduzione dell’ozono a livello ambientale è una sfida collettiva che richiede politiche su larga scala, esistono precauzioni che i genitori possono adottare. È utile, ad esempio, evitare che i bambini giochino all’aperto durante le ore più calde, specialmente nei mesi estivi, quando l’ozono raggiunge i livelli massimi. Inoltre, è consigliabile controllare regolarmente gli aggiornamenti sulla qualità dell’aria nelle proprie città e optare per spazi verdi lontani da zone trafficate.
Cosa significa tutto questo per la salute pubblica?
La conferma di un legame tra esposizione precoce all’ozono e aumento del rischio di asma nei bambini rappresenta un importante campanello d’allarme. La prevenzione passa anche dalla consapevolezza ambientale e dalla promozione di politiche pubbliche più attente alla qualità dell’aria. Investire nella tutela dell’ambiente significa proteggere la salute delle generazioni future. Questo è particolarmente importante per i più piccoli, che sono la fascia più fragile e al tempo stesso più esposta agli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico.